Dipendenza Affettiva

Psicologo Psicoterapeuta Tortona - Dr. Davide Milanese

Dipendenza Affettiva


Dipendenza Affettiva

La Dipendenza Affettiva o Love Addiction é una condizione disadattiva che porta a vivere l’ esigenza di un desiderio sempre acceso dell’altro, con l’incessante ricerca della sua vicinanza, creando modi relazionali insicuri, instabili e problematici, nonostante si abbia coscienza delle conseguenze negative di tale comportamento.

Questo modello problematico della relazione d’amore porta a deterioramento o angoscia, come manifestato da tre (o più) dei seguenti comportamenti:

  1. Esistenza di una sindrome da astinenza per l’assenza dell’amato, caratterizzata da significativa sofferenza e un bisogno compulsivo dell’altro;
  2. Considerevole quantità di tempo speso per questa relazione (in realtà o nel pensiero);
  3. Riduzione di importanti attività sociali, professionali o di svago;
  4. Persistente desiderio o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare la propria relazione;
  5. Ricerca della relazione, nonostante l’esistenza di problemi creati dalla stessa;
  6. Esistenza di difficoltà di attaccamento, caratterizzate o da ripetute relazioni amorose esaltate, senza alcun periodo di attaccamento durevole, o da ripetute relazioni amorose dolorose, caratterizzate da attaccamento insicuro.

Il teletrasporto affettivo

La dipendenza affettiva non parte dal presente. In alcuni casi, quando siamo attratti da una persona, veniamo immersi in momenti del nostro passato anche se stiamo vivendo il presente.

Ciò che cerchiamo nella relazione amorosa può essere molto condizionato dalle nostre esperienze passate,  con le persone che ci erano più vicine, soprattutto quando eravamo piccoli, di solito mamma, papà e nonni.

Cerchiamo quel qualcosa nell’altro che subito ci appare così magico e così diverso, ma poi ci ritroviamo sempre dentro lo stesso film, dentro a un circuito relazionale di dipendenza affettiva, senza neanche accorgercene.

Permettiamo che venga usata violenza nei nostri confronti e non riusciamo a reagire, perché in fondo “è normale che sia così” , siamo abituati e abbiamo fissato dentro le nostre memorie  corporee, qualcosa che non pensavamo potesse esserci, o ancora esserci con così tanto trasporto e presenza. Questo tipo di memoria non ci rimane impressa in immagini o in parole come la memoria consueta che conosciamo ma rimane conficcata come una pugnale, o come un peso di varie forme e consistenza colma di energia emotiva. Allora non ci riconosciamo abbastanza, e per noi è “normale” volerle provare quelle sensazioni e così ci troviamo a cercare e sintonizzarci con la persona che ci fa sentire in quel modo.

Poi ci diciamo “è stato un colpo di fulmine” ed è vero, perché una vibrazione che era già entrata dentro di noi con la stessa frequenza ci aveva attraversato. Quando nostro padre o madre ci avevano detto quella cosa in quel modo facendoci sentire speciali, con quel sorriso il mattino dopo, come se non fosse successo niente la notte prima, dove ci avevano però umiliato, picchiato o terrorizzato si crea quel legame malato che occorre scindere.

Se ci manifestiamo ogni volta impotenti da adulti di fronte a una violenza, sia fisica sia soprattutto verbale, e permettiamo che questa situazione violi i limiti del nostro stare bene e si ripresenti molte altre volte nella nostra vita, allora diventiamo ostaggio di noi stessi.

 

Quando inizia la presa di consapevolezza

A differenza della coscienza, che è quell’aspetto della tua esperienza umana che ti consente di essere qui e ora nel presente, con la consapevolezza prendi atto del tuo essere cosciente. 

L’altro è lo specchio delle tue vulnerabilità, delle tue debolezze ancora presenti, meglio delle “ferite ancora sanguinanti”.

La buona notizia c’è, ed  è che la dipendenza affettiva è cercata perché ha in se’ anche la possibilità di guarigione. Cerchiamo qualcuno che ad esempio ci faccia rivivere il nostro senso emotivo ed energetico di abbandono perché per lo più inconsciamente vogliamo integrarci, stare bene, sanarci con una nuova relazione.

Quando scopri che non riesci a rompere il legame con lui/lei non dipende davvero dalle sue manipolazioni, dal suo elevarti e distruggerti un attimo dopo, ma dal sentire dentro di te di non meritare l’amore, allora ci siamo un poco di più.

Quando attraverso un percorso personale e/o terapeutico scopri che hai valore, che meriti l’amore, In quel momento l’alone magico dell’altro/a inizia a scomparire, la sua aura non é più presente, perché non é più parte di una tua emanazione.

Cogliere cosa ci tiene agganciati a questi stati di “sofferenza gratuita” che ci auto infliggiamo non è semplice perché fa talmente parte di noi che è difficile individuarla e iniziare a separarsene.

Superare la dipendenza affettiva è uscire dai limiti posti dalle nostre paure di “toccare quelle ferire che fanno male”. Con lo stupore e il riconoscimento che quel comportamento di tuo padre/madre era dannoso e che quello del tuo partner lo è altrettanto. In seguito con la cura di noi stessi attraverso un cambio di sintonizzazione emotiva, allineata a  modi più sani di vivere quel rapporto si da vita alla “rimarginazione integrata”  delle tue ferite. In questo modo portiamo alla luce chi siamo ora che non rispecchia più chi eravamo. Questa nuova presenza personale non riguarda solo un  effetto del tempo che passa, perché possiamo rimanere pressoché uguali a noi stessi anche col passare de giorni. Spesso il tempo non è sufficiente per modificare le cose.

Con la consapevolezza, prendono vita le 3 C e prendi vita anche tu, tutto acquista nuovo calore, colore e consistenza.

Ladiversaprofondità della consapevolezza aggiunge qualcosa di nuovo e allarga le tue capacità intuitive e intenzionali nel mondo. Una cosa è sapere che ti batte il cuore, un’altra è sentire che dietro a quel desiderio di amore c’è un profondo dolore che cresce nella persona e che ha bisogno di essere liberato.

Nel momento in cui ci rendiamo conto che stiamo male, dobbiamo fermarci  ed ascoltarci. Se di certe situazioni ci accorgiamo e ci stupiamo di quello che sta accadendo,  stai iniziando a rompere le abitudini malsane. Se non ti piaci più così e non perché sei bello/a o brutto/a, grasso/a o magro/a che possono essere solo aspetti di forma, di immagine, ma perché parti di te sono pronte a cocreare qualcosa di nuovo che sarà un nuovo te, allora ci siamo.

Quando mettiamo in discussione quelle che apparentemente sembravano delle nostre sicurezze, quando qualcosa si muove dentro di noi e iniziamo a portarci fuori energeticamente da quello stare immobile, allora inizia a nascere una profonda consapevolezza e da quel momento tutto diventa possibile.

Ci riappropriamo del contatto con le parti di noi alle quali non “volevamo bene, non amavamo” che adesso abbracciamo e inizia la vera relazione.

Se iniziamo a sentirci liberi di vivere facendo scorrere senza sforzo quello che siamo, ciò non vuol dire che piaceremo a tutti e che non avremo più “difetti”, ma che ci stiamo trovando, diventando spontanei e così autentici: questo attrarrà noi stessi e poi la persona che ci può completare.


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