Educare i bambini con i no

Psicologo Psicoterapeuta Tortona - Dr. Davide Milanese

Educare i bambini con i no


Educare i bambini con i no

EDUCARE I BAMBINI CON I NO: come una pianta ha bisogno di direzione e potatura, così che cresca sicura, forte e trovi sempre il modo di rigenerarsi dentro di lei, allo stesso modo il bambino necessita dei limiti e quindi dei no per crescere sani.

  • VITALITÀ: una pianta per mantenersi sana e vigorosa ha bisogno di acqua, avere il giusto terreno e muoversi in modo da conoscere con le radici e i rami l’ambiente e trarne le risorse necessarie e così riesce ad adattarsi ad ogni intemperia e cambio di stagione.
  • SVILUPPO ARMONICO: perché si arrivi a produrre dei fiori e dei frutti bisogna che il percorso continui, anche gli intoppi sono importanti, ma ci deve essere sempre la capacità di rialzarsi e fare piccole azioni quotidiane per perseguire i piccoli obiettivi di ogni giorno.

EDUCARE I BAMBINI CON I NO: come una pianta ha bisogno di direzione e potatura, così che cresca sicura, forte e trovi sempre il modo di rigenerarsi dentro di lei, allo stesso modo il bambino necessita dei limiti e quindi dei no per crescere sani.

  • VITALITÀ: una pianta per mantenersi sana e vigorosa ha bisogno di acqua, avere il giusto terreno e muoversi in modo da conoscere con le radici e i rami l’ambiente e trarne le risorse necessarie e così riesce ad adattarsi ad ogni intemperia e cambio di stagione.
  • SVILUPPO ARMONICO: perché si arrivi a produrre dei fiori e dei frutti bisogna che il percorso continui, anche gli intoppi sono importanti, ma ci deve essere sempre la capacità di rialzarsi e fare piccole azioni quotidiane per perseguire i piccoli obiettivi di ogni giorno.

 

La vitalità è:

  • Mantenere accesa la scintilla della curiosità, del desiderio di conoscenza che è propria di ogni bambino; ciò è sorprendente e doveroso, i bambini hanno voglia di “cibarsi” di ogni esperienza, vogliono provare e conoscere tutto muovendosi dappertutto senza certezze, tutto è possibile , ci si trova in un continuo processo di adattamento e conoscenza. Il bambino quando gioca si rapporta con il mondo ed è immerso in una serie di atti imprevedibili che stimolano la creatività, intesa come la capacità di combinare le informazioni che si ottengono così da crearne di nuove.
  • Mettere a disposizione del bambino esperienze formanti la sua identità: scuola, sport, interessi personali, gioco, relazioni arricchenti e costruttive sono gli ingredienti utili. Il tutto deve essere raggiunto senza affanno, con i giusti tempi e con armonia.
  • Creare il giusto mix di crescita che va dalla costruzione di competenze in vari ambiti che non sono solo quelli scolastici, ma che riguardano tutto il cerchio di vita del bambino.

Questo è il primo prezioso ingrediente per un rapporto sano con il proprio bambino.

 

Lo sviluppo armonico

L’obiettivo da perseguire ogni giorno è quello di interessarsi alle piccole cose, questo viene soddisfatto nel momento in cui si presta attenzione a come il bambino vive ogni esperienza, perché ogni momento vissuto ha in sé una serie di elementi, una combinazione di forze che preme sulla sua personalità e alla quale lui deve reagire. Facciamo qualche esempio.

  • Il primo giorno di scuola potrebbe avere i significati emotivi più diversi, il bambino potrebbe sentirsi accettato dalla maestra e/o dai compagni, sereno oppure ansioso ed escluso.
  • Fare uno sport può essere interessante, gioioso e formante oppure frustrante e demotivante a causa delle sue insicurezze, di un allenatore poco affabile o perché questo incide sui tempi dedicati alla scuola conoscere il suo vissuto.

Quindi parlare con il proprio bambino è il secondo ingrediente.

Educare i bambini con i no.

I No non rientrano nell’area dell’accettazione genitoriale però, educare ai No non vuole dire escludere i figli o “perdere il controllo” se questi non fanno quello che noi abbiamo chiesto, vuol dire educare, indirizzarli e contenere le loro richieste non pertinenti, prepotenti, aggressive, improprie per l’età.

I NO SE DATI CON SIGNIFICATO HANNO UN POTERE EDUCATIVO PRODIGIOSO PER IL BAMBINO

La crescita necessita di regole e disposizioni morali senza le quali non si possono sviluppare le potenzialità presenti.

Educare empaticamente con i No produce cambiamenti positivi per la sua crescita:

  • sentirsi contenuto e protetto, evitando che si faccia male quando esagera con comportamenti come buttarsi per terra, scappare o non ascoltare. I bambini anche se spesso non lo danno a vedere, apprezzano che qualcuno prenda in mano il timone del rapporto, perché così sentono che qualcuno di importante si prenda cura di loro e cresce come un tepore che li riempie il cuore.
  • Interrompere i fastidiosi e laceranti tira e molla. Quando un bambino chiede l’ennesimo giocattolino piangendo, invece che rimanere paralizzati da un insieme di sensi di colpa, di timori è utile agire con fermezza ed educare con un No. Per poter agire nel giusto modo dovete essere consapevoli che quello che fate è giusto.
  • Placano quella confusione di emozioni contrastanti che lo portano a perdere la bussola delle sue emozioni e di sentire cosa è giusto o non è giusto per se stesso e per gli altri.
  • Essere coerenti fornisce sicurezza al bambino, l’incoerenza genera tensione.
  • Creare una mediazione per far nascere una nuova buona abitudine. Si educare a creare una nuova abitudine sana per il bambino, interrompendo quello che è una richiesta non utile per il bambino come quella di richiedere che la madre rimanga con lui a dormire la notte. In questo caso la madre potrebbe proporgli che ogni sera passerà con lui il tempo della lettura di due storie accanto al suo letto, poi però che potrà addormentarsi da solo.

 

REAGIAMO COME SIAMO

La posizione che assumiamo e il modo in cui affrontiamo i conflitti sono fortemente influenzati dal nostro carattere e dalla nostra storia.

Il nostro modo di reagire alle richieste del bambino è determinato da chi siamo, dai sentimenti, dai valori e dalle aspettative che si provano e questo determina come affrontiamo la ribellione, l’ira, la delusione, l’insistenza del bambino e il sorriso del bambino.

Educare ai no presuppone che le persone di riferimento del bambino conoscano quali sono le proprie caratteristiche e le emozioni distinte dal bambino. Cosa ci differenzia.

L’interpretazione del suo pianto darà una forma alla sua difficoltà e alla sua richiesta, aiutandolo così all’elaborazione idonea del suo fastidio. Il pianto é probabilmente la modalità di comunicazione più efficace del bambino piccolo.

Alcuni pianti provocano in noi delle reazioni fisiologiche, identiche a quelle che abbiamo quando dobbiamo affrontare un’emergenza (aumento di adrenalina e della pressione sanguigna, maggiore apporto di ossigeno al cervello), il nostro vissuto influenza le nostre risposte, quindi vale la pena di considerare le emozioni e i pensieri che ci possono passare per la testa quando un figlio piange.

Per poter capire l’emozione e quindi poterle dare una risposta, un genitore ha bisogno di assorbirla, spesso il pianto entra proprio dentro, ed é così che deve essere, é così che si riesce a capire cosa significa e dare la risposta idonea.

 

LA TRASFORMAZIONE PRODUTTIVA DEI NO E DELLE EMOZIONI

L’emozione del bambino entrando in rapporto con quella dell’adulto si traduce in qualcosa di diverso, in qualcosa di produttivo.

L’angoscia si può tramutare in speranza, la paura in meraviglia, in altri casi la paura necessita di rimanere tale o addirittura di essere ampliata per salvarci la vita.

Educare ai no è la scelta da fare. I bambini hanno necessità di questo perché per loro il mondo é la scoperta, é entrare nel mondo e assaggiarlo tutto. Ma assaggiare troppo cibo, troppa libertà anche troppa restrizione non serve o meglio rischia di fare crescere storti quindi deboli e in pericolo.

Educare ai No definisce i limiti dove fare infrangere le richieste, se la richiesta é pericolosa per la sua salute non ha ragione di essere presa in considerazione, se invece è pertinente ma non é ancora il momento giusto ugualmente deve essere interrotta.

Tutto però deve essere spiegato, deve essere data una spiegazione del perché o del come mai non viene soddisfatta quella richiesta.

Mai si può educare ai no senza che questi siano compresi all’interno di un rapporto dove le richieste da una parte e le risposte relative dall’altra non siano all’interno di una relazione che trasporta delle energie vitali.

Provate a rispondere a queste domande

  • Fareste mangiare continuamente del cibo non adatto alla salute di un bambino?
  • Vi fa star bene sentire un bambino che piagnucoli troppo spesso facendo capricci per ottenere ciò che vuole?
  • Vi tranquillizza sentire un bambino che è maleducato e aggressivo con i propri genitori?
  • Vi fa stare serene vedere un bambino che gioca con lo smartphone tutto il giorno?

Se rispondete no a queste domande ma in realtà lasciate agire questi comportamenti con vostro figlio/a, allora fatevi la domanda giusta. E’ utile chiedere aiuto per farci stare bene?

Ricordiamoci che educare con I No non ha a che fare mai con l’umiliazione, mai, perché questa porta solo ad essere arrabbiati, frustrati, invidiosi e magari far crescere anche la cattiveria.


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