EDUCARE I BAMBINI CON I NO: come una pianta ha bisogno di direzione e potatura, così che cresca sicura, forte e trovi sempre il modo di rigenerarsi dentro di lei, allo stesso modo il bambino necessita dei limiti e quindi dei no per crescere sani.
EDUCARE I BAMBINI CON I NO: come una pianta ha bisogno di direzione e potatura, così che cresca sicura, forte e trovi sempre il modo di rigenerarsi dentro di lei, allo stesso modo il bambino necessita dei limiti e quindi dei no per crescere sani.
Questo è il primo prezioso ingrediente per un rapporto sano con il proprio bambino.
L’obiettivo da perseguire ogni giorno è quello di interessarsi alle piccole cose, questo viene soddisfatto nel momento in cui si presta attenzione a come il bambino vive ogni esperienza, perché ogni momento vissuto ha in sé una serie di elementi, una combinazione di forze che preme sulla sua personalità e alla quale lui deve reagire. Facciamo qualche esempio.
Quindi parlare con il proprio bambino è il secondo ingrediente.
Educare i bambini con i no.
I No non rientrano nell’area dell’accettazione genitoriale però, educare ai No non vuole dire escludere i figli o “perdere il controllo” se questi non fanno quello che noi abbiamo chiesto, vuol dire educare, indirizzarli e contenere le loro richieste non pertinenti, prepotenti, aggressive, improprie per l’età.
La crescita necessita di regole e disposizioni morali senza le quali non si possono sviluppare le potenzialità presenti.
Educare empaticamente con i No produce cambiamenti positivi per la sua crescita:
La posizione che assumiamo e il modo in cui affrontiamo i conflitti sono fortemente influenzati dal nostro carattere e dalla nostra storia.
Il nostro modo di reagire alle richieste del bambino è determinato da chi siamo, dai sentimenti, dai valori e dalle aspettative che si provano e questo determina come affrontiamo la ribellione, l’ira, la delusione, l’insistenza del bambino e il sorriso del bambino.
Educare ai no presuppone che le persone di riferimento del bambino conoscano quali sono le proprie caratteristiche e le emozioni distinte dal bambino. Cosa ci differenzia.
L’interpretazione del suo pianto darà una forma alla sua difficoltà e alla sua richiesta, aiutandolo così all’elaborazione idonea del suo fastidio. Il pianto é probabilmente la modalità di comunicazione più efficace del bambino piccolo.
Alcuni pianti provocano in noi delle reazioni fisiologiche, identiche a quelle che abbiamo quando dobbiamo affrontare un’emergenza (aumento di adrenalina e della pressione sanguigna, maggiore apporto di ossigeno al cervello), il nostro vissuto influenza le nostre risposte, quindi vale la pena di considerare le emozioni e i pensieri che ci possono passare per la testa quando un figlio piange.
Per poter capire l’emozione e quindi poterle dare una risposta, un genitore ha bisogno di assorbirla, spesso il pianto entra proprio dentro, ed é così che deve essere, é così che si riesce a capire cosa significa e dare la risposta idonea.
L’emozione del bambino entrando in rapporto con quella dell’adulto si traduce in qualcosa di diverso, in qualcosa di produttivo.
L’angoscia si può tramutare in speranza, la paura in meraviglia, in altri casi la paura necessita di rimanere tale o addirittura di essere ampliata per salvarci la vita.
Educare ai no è la scelta da fare. I bambini hanno necessità di questo perché per loro il mondo é la scoperta, é entrare nel mondo e assaggiarlo tutto. Ma assaggiare troppo cibo, troppa libertà anche troppa restrizione non serve o meglio rischia di fare crescere storti quindi deboli e in pericolo.
Educare ai No definisce i limiti dove fare infrangere le richieste, se la richiesta é pericolosa per la sua salute non ha ragione di essere presa in considerazione, se invece è pertinente ma non é ancora il momento giusto ugualmente deve essere interrotta.
Tutto però deve essere spiegato, deve essere data una spiegazione del perché o del come mai non viene soddisfatta quella richiesta.
Mai si può educare ai no senza che questi siano compresi all’interno di un rapporto dove le richieste da una parte e le risposte relative dall’altra non siano all’interno di una relazione che trasporta delle energie vitali.
Se rispondete no a queste domande ma in realtà lasciate agire questi comportamenti con vostro figlio/a, allora fatevi la domanda giusta. E’ utile chiedere aiuto per farci stare bene?
Ricordiamoci che educare con I No non ha a che fare mai con l’umiliazione, mai, perché questa porta solo ad essere arrabbiati, frustrati, invidiosi e magari far crescere anche la cattiveria.
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